lunedì 21 dicembre 2015

Minigiochi orrendi: Barbie e le sue disgrazie.


Dopo aver curato l'alopecia di Dora l'esploratrice, Facebook mi ha consigliato altri minigiochi.
Potete controllare voi stessi, la Agnes Games e la Girlsplay esistono realmente. Tengo a sottolinearlo perché sembra impossibile che uno sviluppatore abbia potuto anche solo immaginare di creare giochi tanto inquietanti.

 

Appurato che queste case sviluppatrici esistono, concentriamoci su un personaggio che entrambe amano. Barbie. In questo minigioco è una supereroina un po' distratta, infatti volando con il suo gatto supereroe (?) non nota un cartellone pubblicitario e prende una craniata pazzesca.
Il nostro compito sarà quello di curarla.
Innanzitutto le copriremo il vestito strappato con una camicetta, poi la sua gamba verrà sistemata su uno scomodissimo supporto.
Bene, è il momento di iniziare.
L'impatto ha provocato a Barbie numerose ferite. Infatti dovremo estrarre i vetri conficcati nei suoi piedi e nelle sue braccia (ad ogni estrazione il voltò di Barbie assumerà un'espressione di dolore). Le faremo una radiografia dalla quale emergeranno numerose ossa spezzate, soprattutto ben tre vertebre cervicali. La disinfetteremo, la fasceremo e la ingesseremo. Poi le daremo un bell'antidolorifico potente che le restituirà il sorriso e potrà tornare a fare la supereroina, nonostante le vertebre cervicali.


Un altro minigioco ci presenta Barbie che ha bisogno di un elettroshock a causa di una non meglio identificata pazzia.

Dopo averla placata con le scosse elettriche, sarà il momento di operarle il cervello. Per farlo dovremo rasarle la testa, operazione accompagnata dalle lacrime della povera Barbie.

Ecco dov'era il problema! Misteriosi pezzi di vetro, un lucchetto, un rossetto e una gelatina verde sono finiti nel suo cervello, starà a noi recuperare ogni pezzo fino alla completa pulizia.




Una volta finito l'intervento, riapplichiamo la sezione cranica asportata e cuciamo con rudimentali punti a x. Barbie è tornata normale.

Infine, tanto per gradire, potremo curare le infezioni orofaringee della nostra eroina, spalancandole la bocca con un sinistro strumento.

NELLA PROSSIMA "PUNTATA" SALVEREMO JUSTIN BIEBER DALL'OTITE. STAY TUNED

giovedì 10 dicembre 2015

Minigiochi su Facebook: l'alopecia di Dora l'esploratrice

Avete mai provato i minigiochi di Facebook? Parlo di quelli studiati per bambine e ragazzine, intuitivi, semplici, che spesso si rifanno a personaggi famosi dei cartoni o all'idolo del momento (con molta probabilità senza alcun copyright).
Ieri, complice la noia, ho iniziato a esplorare questo inaspettato mondo, restando decisamente perplessa.

DORA E LA SUA ALOPECIA



La piccola Dora, l'esploratrice, è affetta da una terribile alopecia e da una pustola non meglio identificata. La cosa la rende molto triste, e in "Dora Hair Care" il nostro compito sarà quello di farle tornare il sorriso.
Incomincieremo insaponandole la testa, poi una volta sciacquata, entrerà in scena un'inquietante contagocce con il quale aspireremo l'interno della misteriosa cisti di Dora. Creepy, nevvero?
Poi proveremo ben due shampoo per farle ricrescere i capelli. Il primo le farà spuntare la frangia, il secondo farà il resto, il doccino e l'asciugamani concluderanno la procedura.
Et voilà, alopecia sparita. E sul volto della piccola Dora torna il sorriso.

Ma non finisce qui...

lunedì 23 novembre 2015

Le 5 cose che non sopporto di Facebook

Lo premetto, io su FB ci vado spesso, mi rilassa. Non sto qui a dire che i social network hanno aumentato le distanze tra la gente, che hanno rincretinito la persone, perché ogni cosa se usata nel modo giusto non è dannosa. Inutile anche aggiungere che ognuno usa questo mezzo come vuole, ad ogni modo ecco la mia personale lista delle 5 cose che non sopporto di Facebook.

1 - I profili condivisi.

Se ho una conversazione con una persona, vorrei essere certa che quanto scritto rimanga tra me e lei. Il fatto che un fidanzato/compagno/amico possa accedere in qualunque momento mi inquieta. Ma lo ammetto, le mie conversazioni non sono interessanti quindi leggetele pure...

2 - Le foto di bambini.

Adoro, amo i bambini, ma non sopporto l'idea che vengano esposti come trofei. I miei nipoti quando compaiono, e se compaiono, vengono oscurati con uno smile o qualcosa di simile, perché magari desidero condividere quel momento di gioia ma non ritengo giusto mostrare il loro volto. Capitolo a parte sono i nascituri, mostrati senza pudore ancora "in camicia" ovvero con la patina bianca che li ricopre appena dopo il parto. Ti sparano nella home facce prugnose e sei costretto a scrivere che beeeeeeeeeeeello! Anche la mia adorata nipote quando è nata era prugnosa, passare da uno spazio di 10 cm non è una passeggiata, ma il suo dolce e rugoso visino può interessare me e i parenti stretti, ma gli altri sinceramente che se ne fregano? Prendetene coscienza please.

3 - Metti mi piace se...

Metti mi piace se hai un cuore, metti mi piace se anche tu vuoi tale politico fuori dal parlamento, metti mi piace se non sei gay. Pericolose derivazioni sono: se non lo condividi non hai un cuore, per ogni like un euro verrà devoluto a tal dei tali, se pensi che questa bambina sia una principessa metti like ecc... Le immagini sfruttate, e sottolineo il termine sfruttate, ritraggono di solito bambini in chemioterapia, o con cancro terminale, cadaveri, cuccioli maltrattati, bambini affetti dalla sindrome di Down. Ok... ma il senso di tutto ciò? Serve che io condivida la triste immagine di un cucciolo schiacciato da un camion per dire che sono contro l'abbandono degli animali? Io questa la chiamo pornografia dei sentimenti.

4 - Manie di persecuzione.

La tua invidia è la mia fortuna, lui è solo mio, mi parli alle spalle perché di parlare in faccia non hai il coraggio ecc. Questi link, tratti da orripilanti pagine con grafiche realizzate mischiando effetti a casaccio e prendendo gif sgranate dal web, vengono pubblicati senza specificare a chi si riferiscano. Spesso la gente si sente invidiata, perseguitata, e crede che la loro felicità faccia schiattare d'invidia gli altri comuni mortali, che non hanno avuto la fortuna di conoscere un ammmore bello e forte come il loro, che non possono permettersi un viaggio a Londra come loro, che sono grasse e brutte e non belle e sexy come loro. Io per questi link ho solo una risposta, anzi è più una domanda: ma chi ve se incula?

5 - La bella stronza.

Perchè è diventato di moda essere una "bella stronza"? Ormai i profili sono pieni di ragazze che si dichiarano belle ma toste. Sono una principessa ma so essere anche una combattente. Insomma, non innamorarti di me, sono dark, dietro la mia bellezza nascondo una forza mascolina, dico le cose in faccia, e so essere una grande stronza.
Queste manifestazioni plateali di forza, che le donne spesso condividono per dare un chiaro messaggio ai corteggiatori, potrebbero a parer mio scoraggiare i pretendenti. Più che davanti a delle ragazze sembra di trovarsi di fronte ai cattivi di Kenshiro... se fossi un uomo fuggirei.

Una menzione speciale meritano le frasi attribuite a personaggi famosi, che di certo non le hanno mai pronunciate.
- Tu mi vedi ridere ma non sai cosa ho dentro.
- Se non conosci la mia vita non parlare.
- Le ossa diamole ai cani.

Alla prossima.


lunedì 16 novembre 2015

Scritte giapponesi, spazi fra le lettere, tristezza. La nuova moda

Da qualche mese su internet è esplosa una nuova moda, quella di creare pagine con caratteri giapponesi seguiti da scritte con spazi tra una lettera e l'altra. Il numero di queste pagine aumenta di giorno in giorno, ma fondamentalmente hanno tutte gli stessi contenuti.
Addentrandomi in questo sottobosco di link, ho tracciato l'identikit della pagina-tipo.

1. Inesplicabile idolatria della cantante Lana del Rey.
2. Scritte giapponesi su sfondi color pastello.
3. Pixel art e nostalgia degli anni '90.
4. Frasi tenere tratte da manga.
5. Frasi sexy.
6. Foto di sederi con parigine.
7. Ragazzine giapponesi.
8. Coltelli o vibratori rosa.
9. Ninfomania.
10. Brillantini.
11. Graffi e lividi.
12. Succhiotti.
13. Video brevi di ragazze che portano la mano di un uomo sulla propria gamba.
14. Uso\abuso dei termini "sugar daddy" e "sugar baby".
15. Donna sottomessa e felice di esserlo.
16. Inno alle droghe lisergiche.
17. Soldi e grandi marche.
18. Tristezza e voglia di suicidio.

Vorrei quindi creare una pagina alternativa con i seguenti punti.

1. Inesplicabile idolatria della cantante Loretta Goggi
2. Scritte in caratteri cirillici su sfondi color verde oliva.
3. Arte iperrealista e nostalgia del 2013.
4. Frasi tratte dagli ingredienti dei detersivi in polvere.
5. Frasi a caso prese dal cartone del succo di frutta.
6. Foto di gomiti.
7. Ragazze della Basilicata.
8. Coltelli o cucchiai d'argento (il servizio buono).
9. Asessualità.
10. Polvere di cancellino.
11. Lussazioni e panoramiche dentali.
12.La forma a righe che le sedie di paglia lasciano sulle gambe.
13. Video brevi di ragazze che portano la mano dell'uomo sulla maniglia della lavastoviglie.
14. Uso\abuso dei termini "cornuto" e "chitemmorto".
15. Donna che batte i tappeti e felice di farlo.
16. Inno al Vivin C.
17. Centesimi di rame e marche di salumi da discount.
18. Gioia di vivere.

Forse, un giorno lo farò... stay tuned

sabato 14 novembre 2015

Cantanti che... boh!

La carriere per i "figli di" è sempre difficile, soprattutto se si decide di seguire le orme paterne, o in questo caso materne.
Naike Rivelli, figlia della famosa attrice Ornella Muti, ha intrapreso lo stesso cammino della mamma, ha infatti frequentato la Scuola Internazionale di Teatro e ha recitato in circa 20 pellicole, tra film per il cinema e serie televisive.
Recentemente è nota per essere stata fotografata con il figlio di Albano Carrisi, Yari, mentre faceva sesso tantrico con lui completamente nuda en plein air, ovvero sotto gli occhi di tutti ai piedi di un ulivo.
Non so se sia peggio avere rapporti sessuali per terra e rischiare di contrarre infezioni veneree, o farlo faccia a faccia con il figlio di Albano... credo la seconda. 
Oltre a tutte queste belle cose, Naike Rivelli ha tentato anche la carriera musicale con lo pseudonimo di Nayked, una fusione del suo nome con la parola inglese "naked" ovvero "nudo".
Il risultato è la canzone "Defaillance".
Come facilmente intuibile dal titolo, il testo racconta di un uomo che, durante un incontro galante con la Rivelli, ha un piccolo problema di disfunzione erettile. Mi sono permessa di tradurne alcuni stralci.

"Lalalalala non riesci a farlo alzare, lalalala non diventa duro, lalalalala faresti meglio a lasciar perdere  [...] Tutti ballano ma tu non riesci a farmi eccitare. Ci hai provato tutta la notte, ma proprio non riesci ad accendermi, addio mio gigolo."

In seguito continua la derisione del povero malcapitato per la sua defaillance.

"Io ti voglio, so che mi vuoi, è il momento di festeggiare, ci siamo solo noi, ho l'olio, tutte le candele sono accese , ma il tuo "ragazzo" è flaccido! Baby io voglio giocare, hai per caso bisogno di un viagra o cosa? Ahahaha!"

Infine il tutto viene risolto somministrando al giovane del Viagra, facendolo rilassare, praticando sesso tantrico, cercando di fare il possibile per non far terminare la serata con un nulla di fatto. Morale della favola, Naike riesce grazie all'aiuto di ritrovati medici e del suo savoir faire, a far funzionare il ragazzo, che finalmente arriva ad una conclusione, seppur perseguitato dalla parola "defaillance" che viene continuamente ripetuta.
...Credo che non si rivedranno più.

Bene, ora non resta che guardarci il video cliccando sul link, buona visione.

mercoledì 4 novembre 2015

MONACI MEDIEVALI - LA PRIMA LINGUA DEI SEGNI

Quanto ho amato, e amo ancora, questo libro? "La vita quotidiana dei religiosi nel medioevo" di L. Moulin.
Senza fare troppi giri di parole, vi rimando ad alcune delle parti del libro che hanno maggiormente attirato la mi attenzione, nel 2007, quando firmavo le copertine interne con nome e anno (aggiungendoci anche il motto di Jan Van Eyck).
...dentro ci ho trovato un segnalibro dei Tokio Hotel, ma questa è un'altra storia.

"...Le raccolte delle consuetudini impongono il silenzio più completo in chiesa, in refettorio, nel dormitorio e nel chiostro [...] la vita comunitaria esige in ogni caso qualche scambio di parole: per non mancare l'obbligo del silenzio, si ricorrerà o alla tavoletta ricoperta di cera che i religiosi portano alla cintura, o alle dita delle mani."

Spesso si ricorreva all'uso di gesti che variavano di ordine in ordine, e spesso anche tra un'abbazia e un'altra. I gesti indicavano parole di uso comune e necessarie a comunicazioni di servizio. Il vocabolario comprendeva i nomi di alcuni alimenti (purtroppo ci è giunto poco: mignolo sul pollice significava mostarda ad esempio), sentimenti, luoghi e persone (per indicare il bambino ci si portava il mignolo alla bocca, per indicare un confratello ci si toccava l'abito, per indicare un maniscalco ci si tiravano due ciocche di capelli a mo' di briglie ecc.). I segni venivano inoltre combinati fra loro per dare vita a espressioni più complesse.
Questo linguaggio che nacque come semplice modo per comunicare informazioni urgenti senza violare la regola del silenzio, si andò via via ampliando e perfezionando, di modo che in refettorio avvenivano vere e proprie conversazioni a gesti. Il tutto era paragonabile all'attuale linguaggio dei segni.
Stando alle testimonianze di alcuni visitatori, qualche volta pareva scappassero anche parolacce...



mercoledì 28 ottobre 2015

Un amore, una proiezione mentale, una scarpa senza buchi...

Mi sono infiltrata in alcuni gruppi chiusi per raccogliere testimonianze di incontri ravvicinati di vario tipo con entità aliene, sogni lucidi, viaggi astrali ecc.

Tra le tante cose che ho trovato, vi propongo la storia d'amore tra un uomo del nostro tempo e una donna-scimmia molto disinibita proveniente da una dimensione parallela, raccontata da un utente.

Prima parte

Seconda parte

Terza e ultima parte












martedì 27 ottobre 2015

Bionerd23: la ragazza che mangia mele radioattive

Inizio dicendo che, prima di pubblicare un post su questa cosa, ho controllato fonti attendibili come i quotidiani online mondiali più importanti. Una notizia del genere non mi sembrava credibile. Eppure pare che sia così.ù

Di seguito riporto alcune parti di un articolo apparso su dailymail.co.uk, tradotto da me, che racconta di Bionerd23, una ragazza diventata famosa su Youtube per le sue escursioni nelle zone più radioattive di Chernobyl.

La ragazza radioattiva! La scienziata "Supereroina" che si avventura nel cuore della zona proibita di Chernobyl, mangia mele tossiche e posa nella sala di controllo del reattore, sfidando chi dichiara che la zona non potrà essere abitabile dagli esseri umani per i prossimi 20.000 anni.


Bionerd ha attirato migliaia di iscritti sul suo canale YouTube per le sue visite nella zona off-limits di Chernobyl, nella quale il 26 aprile 1986 si verificò un'esplosione nucleare devastante. La zona fa registrare ancora oggi elevati livelli di radioattività.Nonostante questo, la spericolata ricercatrice ha dichiarato

"Ho corso più rischi esponendomi alle radiazioni del sole nuotando in mare senza protezione, o entrando in ospedale."

In questa immagine Bionerd mangia una mela cresciuta nella zona off-limits di Chernobyl, dove come detto gli esseri umani non sono ancora autorizzati a vivere a causa del'altissimo rischio di contrarre un cancro. Ma lei non la pensa così.

Bionerd dichiara che non rivelerà mai il proprio nome.

"Nessuno dovrebbe adorare uno scienziato, ma le sue scoperte."

"In un primo momento era solo curiosità, la mia intenzione era solo misurare le radiazioni ed esplorare il posto. Ma ora si tratta di vero amore. Chi non ha visitato questo luogo non è in grado di cogliere appieno quello che sento; un sacco di gente penserà che sia pazza. Ma quando ci vai e sperimenti davvero la zona, è come essere in una capsula del tempo. Il tempo si fermò nel momento esatto in cui il reattore esplose, e non parlo solo delle lancette degli orologi. Se si cerca di andare oltre si può capire il vero significato di questo posto."
Oltre a condurre esperimenti scientifici che misurano la quantità di radiazione con il suo contatore Geiger, i video di Bionerd mostrano anche la desolazione della zona una volta fiorente e affollata e ora abbandonata e inospitale.
"L'unico pericolo reale nella zona off-limits di Chernobyl sono gli edifici diroccati che possono crollarti addosso"



lunedì 26 ottobre 2015

50 GENIALI SCRITTE SUI MURI

Su wired.it ho trovato questo articolo davvero carino.
Semplicemente vandali o nuovi poeti?
A voi l'ardua sentenza. Cliccate sul link per vedere l'articolo

http://www.wired.it/play/cultura/2015/09/28/scritte-muri-geniali/

domenica 25 ottobre 2015

E gli egizi mummificarono un alieno...

Nella cultura egizia, nonostante la mortalità infantile fosse elevatissima, c'era un attaccamento ai bambini paragonabile a quello di oggi. Per questo sono state rinvenute mummie di bambini molto piccoli.
Non so se l'immagine sia autentica ma in questo caso la foto viene presentata come quella di un alieno mummificato.
Potrebbe essere autentica o potrebbe trattarsi di un falso, ma se fosse vera non si tratterebbe certo di un alieno. Innanzitutto è evidente che i neonati hanno la testa molto più grande rispetto al corpo, e nell'antico Egitto anche se questi morivano a pochi giorni dal parto venivano mummificati e sepolti anche nel cortile di casa con tutti gli onori di un adulto.


Memorial Ash Rubbing: cos'è?

Oggi parliamo di bodymods (modificazioni corporee). Niente paura, non metterò immagini, perché potrebbero impressionare qualcuno.
la scarificazione è una tecnica ormai nota, e consiste nell'asportare parti di derma al fine di formare una cicatrice con una determinata forma. Questo può avvenire in vari modi, che variano anche in base al risultato finale desiderato.
Se si vuole ottenere una cicatrice molto chiara si utilizza il "branding" a freddo, un po' come si marchiavano le mucche, ma con uno strumento che raggiunge temperature talmente basse da garantire ugualmente un'ustione.
Per avere cicatrici più scure invece si ricorre all'ash rubbing. Ash significa cenere e rubbing strofinamento, in poche parole sulla ferita viene sfregata della cenere che penetrando nella lesione conferirà un colore più scuro alla cicatrice e la renderà più tridimensionale.

Il Memorial Ash Rubbing è lo stesso procedimento dello strofinamento della cenere, ma avviene con le ceneri di un defunto. I resti della cremazione, custoditi in un vaso, vengono presi e sfregati sulla scarificazione in modo che entrino letteralmente sottopelle.
Non so quanto una simile pratica sia consentita, dal momento che la cosa parrebbe essere cancerogena, ma alcuni "freelance" operano spesso illegalmente realizzando modificazioni al limite della chirurgia e del pensabile (non scendo in particolari ma si parla anche di amputazioni genitali).

Una adult performer alternativa (per dirla semplicemente, una attrice porno che fa cose strane) di nome Bella Vendetta, porta appunto una di queste cicatrici sotto il seno.
L'intero procedimento è documentato sul sito bmzine.com, e sinceramente ve lo risparmio perché si vedono cose che, gli artisti delle bodymods mi perdonino, sono abbastanza disturbanti.







venerdì 23 ottobre 2015

#TOTcose - sei anziano se...

Prendetelo con ironia :) ovviamente sono stereotipi.

Sei anziano se:

1 - Ami il programma televisivo "Forum".
2 - Parli delle cause di "Forum" con parenti e amici, come se fossero storie che riguardano te, e lo fai anche con una certa enfasi.
3 - Sei in coda alla posta, senti qualcuno esclamare "scusi, un'informazione" ed entri in modalità Sayan.
4 - Ti regalano un telefono con i tasti grandissimi pieno di funzioni. I tuoi nipoti cercano di spiegarti le mille funzioni ma pensi "sticazzi l'importante che i tasti sono grandi".
5 - Consideri la possibilità di acquistare qualcosa dalle televendite di Rete 4.
6 - Non ti stanchi mai di vedere "La Signora in Giallo".
7 - Consideri la Hunziker simpatica.
8 - Fai i cruciverba con i cerchietti.
9 - Indossi i gambaletti anche sotto le gonne.
10 - Critichi i giovani con il telefonino.
11 - Non sai pronunciare le parole inglesi e le storpi.
12 - Confondi cinesi, giapponesi e coreani chiamandoli tutti genericamente "cinesi".
13 - Odi la TV a schermo piatto.
14 - Vedi internet come un demone pericoloso.
15 - Sei il più battagliero del tuo condominio.
16 - Porti i pantaloni con la riga stirata.
17 - Hai un servizio di stoviglie per le occasioni speciali che non usi mai.
18 - L'unica tecnologia che approvi è la borsa dell'acqua calda elettrica.

giovedì 22 ottobre 2015

Generazioni a confronto (scusate se ripeto la parola "generazioni" all'infinito)

Giacomo Leopardi sosteneva che ogni generazione pensa di essere la migliore, e gli anziani pensano che quelle successive siano sempre peggiori. Però, diceva sempre Giacomino, questa è un'illusione in quanto ogni generazione ha i suoi pro e i suoi contro, e poi ne diceva di ogni sulla generazione dei suoi genitori (sappiamo che non aveva un bel rapporto con il papà).
Questo per introdurre cosa penso dello scontro tra generazioni. Mi colpisce molto un'immagine che vedo girare in varie versioni, mantenendo comunque il suo contenuto generale, tra i social network.


Molti trentenni (tra i quali rientro io), non fanno che postare e condividere immagini come questa, aggiungendo che loro giocavano con un pallone e non con l'i-pad, che per telefonare usavano il gettone, che non erano viziati eccetera eccetera.
Io mi sento di scrivere una personale versione del testo riportato nell'immagine.


Sono della generazione del bullismo nelle scuole che i professori lasciavano correre perché: sono solo ragazzi.
Sono della generazione che non aveva Facebook ma si rincoglioniva comunque davanti alla TV.
Sono della generazione del "papà hanno tutti il motorino lo voglio anche io".
Sono della generazione del "vecchio rincoglionito perché guidi ancora se hai 100 anni".
Della generazione che cerca di saltare le file, che getta le carte per terra, che crede nel complottismo.
Ci hanno insegnato a lavorare senza essere pagati, perché se non stiamo alle condizioni ci saranno altri che accetteranno al posto nostro, ci hanno insegnato che bisogna essere magri e belli, ci hanno insegnato che è fico guidare ubriachi e schiantarsi il sabato sera.
Ci hanno insegnato a fottere prima che gli altri ci fottano.
A pretendere rispetto senza darlo.

Le nuove generazioni con i-pod, i-pad, i-phone, viste come il male assoluto, non sono né migliori né peggiori, così come quelle passate. Dal momento che oggi un ragazzo di 20 anni può scegliere cosa fare della propria vita, negli anni '80 (tanto rimpianti da tutti) doveva spesso fare quello che i genitori decidevano per lui.
Le famose generazioni del gettone nella cabina telefonica, sono le stesse che usano le app di incontri in cerca di incontri di sesso, le generazioni che non si facevano i selfie sono le stesse che oggi mette le foto pubbliche sui siti di scambi di coppia, la generazione del per favore buongiorno buonasera grazie sono le stesse che cacciano a pedate un'impiegata perché ha avuto un figlio.
Non voglio giudicare, ma certo non credo che noi 30enni possiamo ritenerci migliori delle nuove generazioni.

martedì 20 ottobre 2015

A volte le cover sono meglio delle canzoni originali...

Devo condividere con il mondo questa scoperta (fatta non da me ma da una persona a me mooooolto cara). Ad ogni modo ecco qui Maxence Cyrin. La santa Wikipedia non dice molto, so solo che è un compositore, pianista, direttore d'orchestra francese di 43 anni circa... credo.Ma cosa fa di bello questo Maxence? Oltre alle suddette lodevolissime cose, realizza cover al pianoforte di canzoni che con il pianoforte parrebbero non avere nulla a che fare.Ed ecco che ti prende Lithium dei Nirvana e la trasforma. In meglio. Secondo me.





domenica 18 ottobre 2015

Lo ZIPPERO per farsi i selfiessss

Perché difendo i selfie (autoscatti)? Perché io stessa ne faccio moltissimi, quindi non vorrei mai dire qualcosa di male su me stessa... lo so sono una pessima persona.
Scherzi a parte, ultimamente con i telefonini che sono diventati macchine fotografiche, con i social e con tutto il bla bla bla che già sapete, la gente si scatta foto in continuazione. Addirittura è arrivato sul mercato l'amato/odiato selfie stick, lo "zippero" (bastoncino) per farsi i selfie.
Tuoni e fulmini, tutti contro lo stick. Le affermazioni più comuni, grossomodo, sono:
-Quello stick mettitelo nel c**o.
-I giovani si sono rinco****iti
-Sono tutti schiavi del selfie
-Vogliono solo guadagnare like
-Perdono più tempo a fotografare la comitiva con gli stick, che a passare il tempo con loro.
-Eccetera eccesare (lo diceva la mia prof.)
Io allora mi domando, perchè tanto odio nei confronti del bastoncino per i selfie? Forse la gente crede che i selfie non siano mai esistiti?








Grossomodo questa era l'icona che compariva sulla mia macchina fotografica a rullino, regalatami nel lontano 2000, ovvero ben 15 anni fa, quando non esisteva Faccialibro, Tumblreffeehbruereh (impronunciabile), Instagram, Pinterest e compagnia cantante.
Allora io, con i miei 15 anni di gioventù, impostavo quel tasto, mi mettevo in posa figa e aspettavo il click.
Ora, tra questo e farsi un selfie, mi spiegate qual è la differenza?
Voi direte, all'epoca ci si faceva poche foto, ora se ne fanno milioni. Beh certo, all'epoca un rullino costava e per vedere il risultato del tuo autoscatto dovevi aspettare di ritirare le foto dal fotografo. Oggi invece sono a costo zero e puoi scegliere quella che ti piace di più. Certo con il vecchio rullino non potevi farti le foto da vamp mezza nuda perché poi ti saresti vergonata del fotografo che le sviluppava, ma se i social network di oggi fossero esistiti ieri? Non credete forse che li avremmo usati allo stesso identico modo?



Gente famosa che si fa autoscatti allo specchio.


Oh che bella piccina, credete che se avesse avuto un AIFON non se lo sarebbe fatto un bel selfie da condividere su Instagram?

Ed ecco i giovani di oggi, con il selfie stick, qui ritratti in un momento di... svago su sfondo bianco. Vabbè sono immagini prese da google che volete? Comunque il concetto è quello.


Ci ABBIAMO stancato dei tagli, ora ci facciamo i lividi.

L'autolesionismo, a parer mio, è un problema reale, esistente, che tocca molti giovani. Questi episodi nascondo da disagi di varia natura che io, non essendo psicologa o psichiatra, non posso classificare.

E poi arrivano loro, i ragazzini (e anche i grandicelli) che fanno del #selfharming (perché l'hashtag non deve mai mancare) un modo per rendersi interessanti. Lo step successivo è stato quello dei lividi, spesso associati alla parola #pastel.

Oggi tutto è pastel creepy goth cute, insomma tira molto quel misto di cose spaventose e carine insieme, quindi cosa c'è di meglio di un livido multicolore, nelle sue tonalità variegate?
Doloroso e colorato con quei tenui verdini, violetti, celestini.

Non esprimo pareri, perché ripeto che dietro ogni azione di autolesionismo si nasconde un disagio che non sta a me giudicare, ma mi domando: quanti di questi giovani amanti dei bozzi pastello sono in realtà solo dei poseur (lo dico alla francese)?

Non lo so, intanto godetevi un po' di lividi.





venerdì 16 ottobre 2015

Taranto come Venezia

Violento nubifragio, città allagata, io bloccata a Statte...

fonte: https://www.facebook.com/SOLO-A-Taranto-137258569790695/

Oggi mi faccio un bracciale coi capelli di un defunto.

No scherzo, era solo un titolo per attirare click click click. Ma in passato ciò accadeva davvero...

Adesso si parla di "mourning jewels", traducibile come "gioielli da lutto".Soprattutto in epoca vittoriana i capelli erano usati come ricordo tangibile prima dell'avvento della fotografia. Ciò avveniva anche alla morte di un caro.Spesso veniva tagliata una ciocca di capelli al defunto (maschio, femmina, bambino o adulto che fosse) e veniva inserita in un pendente.In alcuni casi i capelli del congiunto venivano addirittura intrecciati su strutture metalliche e portati come bracciali, orecchini o gioielli in genere.

 Qui un bracciale fatto di capelli intrecciati.


Qui alcune spille.



La mia personale "teoria del complotto"

Buonsalve, sono qui con la pioggia a catinelle, davanti al mio pc per scrivere ciò che penso sui "gomblotti" (complotti) e sulle teorie ad esso collegate. Questo è un mero articolo di opinione, la mia opinione, in merito a ciò.

Vi è  mai capitato che accadesse qualcosa di brutto? Immagino di sì, purtroppo. In situazioni simili io mi sono consolata dicendo a me stessa "era destino". Dare la colpa al destino o a qualcosa di superiore, spesso aiuta a metabolizzare gli eventi negativi, perché quando succede qualcosa di spiacevole si vorrebbe sempre trovare un colpevole.

Nel caso di un colloquio di lavoro andato male o delle mie corde vocali che ormai non possono più cantare lirica (sob), personalmente trovo più confortante dare la colpa a qualcosa di superiore, a un piano precedentemente scritto, piuttosto che al caso.

Il caso è cieco, imprevedibile, può colpirti in qualsiasi momento, è una cosa che non possiamo controllare, perciò fa paura. Risulta quindi più semplice credere in un'entità superiore, che possiamo controllare o ammansire tramite la preghiera (per chi è di una qualsiasi confessione religiosa) o la speranza, perché questo darebbe un senso a tutte le cose brutte che ci accadono.

La disoccupazione che affligge i nostri gggiovani (con tre g), l'enorme divario tra ricchi e poveri (non il gruppo, ma anche se vogliamo), le malattie, le epidemie eccetera, portano molta gente a credere che il governo, i rettiliani, gli alieni, il nuovo ordine mondiale o altri, stiano tramando contro di noi per farci del male.

Credo infatti che sia più rassicurante l'idea di avere un nemico fisico da combattere, piuttosto che ammettere che siamo dei minuscoli puntini trasportati dal vento e dal caso, qualcosa di non scritto e non prevedibile che può fare di noi ciò che vuole.


giovedì 15 ottobre 2015

Ad ogni neo il suo significato

Nel caso dovessimo trovarci a viaggiare indietro nel tempo, ci sono cose che è meglio sapere...



Quando non sai come passare il tempo...

No, non dovevo scoprirlo, perché sapevo che poi non sarei riuscita a smettere. e Invece l'ho scoperto e... come previsto non sono riuscita a smettere. Mi sono troppo divertita a creare un look anni '80. Le possibilità di personalizzazione sono moltissime :)

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Perché sono qui

 Salve. Il titolo di questo blog mi rispecchia. Qui condividerò tutto quello che mi passa per la testa, compresi i miei "mostri".