lunedì 21 dicembre 2015

Minigiochi orrendi: Barbie e le sue disgrazie.


Dopo aver curato l'alopecia di Dora l'esploratrice, Facebook mi ha consigliato altri minigiochi.
Potete controllare voi stessi, la Agnes Games e la Girlsplay esistono realmente. Tengo a sottolinearlo perché sembra impossibile che uno sviluppatore abbia potuto anche solo immaginare di creare giochi tanto inquietanti.

 

Appurato che queste case sviluppatrici esistono, concentriamoci su un personaggio che entrambe amano. Barbie. In questo minigioco è una supereroina un po' distratta, infatti volando con il suo gatto supereroe (?) non nota un cartellone pubblicitario e prende una craniata pazzesca.
Il nostro compito sarà quello di curarla.
Innanzitutto le copriremo il vestito strappato con una camicetta, poi la sua gamba verrà sistemata su uno scomodissimo supporto.
Bene, è il momento di iniziare.
L'impatto ha provocato a Barbie numerose ferite. Infatti dovremo estrarre i vetri conficcati nei suoi piedi e nelle sue braccia (ad ogni estrazione il voltò di Barbie assumerà un'espressione di dolore). Le faremo una radiografia dalla quale emergeranno numerose ossa spezzate, soprattutto ben tre vertebre cervicali. La disinfetteremo, la fasceremo e la ingesseremo. Poi le daremo un bell'antidolorifico potente che le restituirà il sorriso e potrà tornare a fare la supereroina, nonostante le vertebre cervicali.


Un altro minigioco ci presenta Barbie che ha bisogno di un elettroshock a causa di una non meglio identificata pazzia.

Dopo averla placata con le scosse elettriche, sarà il momento di operarle il cervello. Per farlo dovremo rasarle la testa, operazione accompagnata dalle lacrime della povera Barbie.

Ecco dov'era il problema! Misteriosi pezzi di vetro, un lucchetto, un rossetto e una gelatina verde sono finiti nel suo cervello, starà a noi recuperare ogni pezzo fino alla completa pulizia.




Una volta finito l'intervento, riapplichiamo la sezione cranica asportata e cuciamo con rudimentali punti a x. Barbie è tornata normale.

Infine, tanto per gradire, potremo curare le infezioni orofaringee della nostra eroina, spalancandole la bocca con un sinistro strumento.

NELLA PROSSIMA "PUNTATA" SALVEREMO JUSTIN BIEBER DALL'OTITE. STAY TUNED

giovedì 10 dicembre 2015

Minigiochi su Facebook: l'alopecia di Dora l'esploratrice

Avete mai provato i minigiochi di Facebook? Parlo di quelli studiati per bambine e ragazzine, intuitivi, semplici, che spesso si rifanno a personaggi famosi dei cartoni o all'idolo del momento (con molta probabilità senza alcun copyright).
Ieri, complice la noia, ho iniziato a esplorare questo inaspettato mondo, restando decisamente perplessa.

DORA E LA SUA ALOPECIA



La piccola Dora, l'esploratrice, è affetta da una terribile alopecia e da una pustola non meglio identificata. La cosa la rende molto triste, e in "Dora Hair Care" il nostro compito sarà quello di farle tornare il sorriso.
Incomincieremo insaponandole la testa, poi una volta sciacquata, entrerà in scena un'inquietante contagocce con il quale aspireremo l'interno della misteriosa cisti di Dora. Creepy, nevvero?
Poi proveremo ben due shampoo per farle ricrescere i capelli. Il primo le farà spuntare la frangia, il secondo farà il resto, il doccino e l'asciugamani concluderanno la procedura.
Et voilà, alopecia sparita. E sul volto della piccola Dora torna il sorriso.

Ma non finisce qui...

lunedì 23 novembre 2015

Le 5 cose che non sopporto di Facebook

Lo premetto, io su FB ci vado spesso, mi rilassa. Non sto qui a dire che i social network hanno aumentato le distanze tra la gente, che hanno rincretinito la persone, perché ogni cosa se usata nel modo giusto non è dannosa. Inutile anche aggiungere che ognuno usa questo mezzo come vuole, ad ogni modo ecco la mia personale lista delle 5 cose che non sopporto di Facebook.

1 - I profili condivisi.

Se ho una conversazione con una persona, vorrei essere certa che quanto scritto rimanga tra me e lei. Il fatto che un fidanzato/compagno/amico possa accedere in qualunque momento mi inquieta. Ma lo ammetto, le mie conversazioni non sono interessanti quindi leggetele pure...

2 - Le foto di bambini.

Adoro, amo i bambini, ma non sopporto l'idea che vengano esposti come trofei. I miei nipoti quando compaiono, e se compaiono, vengono oscurati con uno smile o qualcosa di simile, perché magari desidero condividere quel momento di gioia ma non ritengo giusto mostrare il loro volto. Capitolo a parte sono i nascituri, mostrati senza pudore ancora "in camicia" ovvero con la patina bianca che li ricopre appena dopo il parto. Ti sparano nella home facce prugnose e sei costretto a scrivere che beeeeeeeeeeeello! Anche la mia adorata nipote quando è nata era prugnosa, passare da uno spazio di 10 cm non è una passeggiata, ma il suo dolce e rugoso visino può interessare me e i parenti stretti, ma gli altri sinceramente che se ne fregano? Prendetene coscienza please.

3 - Metti mi piace se...

Metti mi piace se hai un cuore, metti mi piace se anche tu vuoi tale politico fuori dal parlamento, metti mi piace se non sei gay. Pericolose derivazioni sono: se non lo condividi non hai un cuore, per ogni like un euro verrà devoluto a tal dei tali, se pensi che questa bambina sia una principessa metti like ecc... Le immagini sfruttate, e sottolineo il termine sfruttate, ritraggono di solito bambini in chemioterapia, o con cancro terminale, cadaveri, cuccioli maltrattati, bambini affetti dalla sindrome di Down. Ok... ma il senso di tutto ciò? Serve che io condivida la triste immagine di un cucciolo schiacciato da un camion per dire che sono contro l'abbandono degli animali? Io questa la chiamo pornografia dei sentimenti.

4 - Manie di persecuzione.

La tua invidia è la mia fortuna, lui è solo mio, mi parli alle spalle perché di parlare in faccia non hai il coraggio ecc. Questi link, tratti da orripilanti pagine con grafiche realizzate mischiando effetti a casaccio e prendendo gif sgranate dal web, vengono pubblicati senza specificare a chi si riferiscano. Spesso la gente si sente invidiata, perseguitata, e crede che la loro felicità faccia schiattare d'invidia gli altri comuni mortali, che non hanno avuto la fortuna di conoscere un ammmore bello e forte come il loro, che non possono permettersi un viaggio a Londra come loro, che sono grasse e brutte e non belle e sexy come loro. Io per questi link ho solo una risposta, anzi è più una domanda: ma chi ve se incula?

5 - La bella stronza.

Perchè è diventato di moda essere una "bella stronza"? Ormai i profili sono pieni di ragazze che si dichiarano belle ma toste. Sono una principessa ma so essere anche una combattente. Insomma, non innamorarti di me, sono dark, dietro la mia bellezza nascondo una forza mascolina, dico le cose in faccia, e so essere una grande stronza.
Queste manifestazioni plateali di forza, che le donne spesso condividono per dare un chiaro messaggio ai corteggiatori, potrebbero a parer mio scoraggiare i pretendenti. Più che davanti a delle ragazze sembra di trovarsi di fronte ai cattivi di Kenshiro... se fossi un uomo fuggirei.

Una menzione speciale meritano le frasi attribuite a personaggi famosi, che di certo non le hanno mai pronunciate.
- Tu mi vedi ridere ma non sai cosa ho dentro.
- Se non conosci la mia vita non parlare.
- Le ossa diamole ai cani.

Alla prossima.


lunedì 16 novembre 2015

Scritte giapponesi, spazi fra le lettere, tristezza. La nuova moda

Da qualche mese su internet è esplosa una nuova moda, quella di creare pagine con caratteri giapponesi seguiti da scritte con spazi tra una lettera e l'altra. Il numero di queste pagine aumenta di giorno in giorno, ma fondamentalmente hanno tutte gli stessi contenuti.
Addentrandomi in questo sottobosco di link, ho tracciato l'identikit della pagina-tipo.

1. Inesplicabile idolatria della cantante Lana del Rey.
2. Scritte giapponesi su sfondi color pastello.
3. Pixel art e nostalgia degli anni '90.
4. Frasi tenere tratte da manga.
5. Frasi sexy.
6. Foto di sederi con parigine.
7. Ragazzine giapponesi.
8. Coltelli o vibratori rosa.
9. Ninfomania.
10. Brillantini.
11. Graffi e lividi.
12. Succhiotti.
13. Video brevi di ragazze che portano la mano di un uomo sulla propria gamba.
14. Uso\abuso dei termini "sugar daddy" e "sugar baby".
15. Donna sottomessa e felice di esserlo.
16. Inno alle droghe lisergiche.
17. Soldi e grandi marche.
18. Tristezza e voglia di suicidio.

Vorrei quindi creare una pagina alternativa con i seguenti punti.

1. Inesplicabile idolatria della cantante Loretta Goggi
2. Scritte in caratteri cirillici su sfondi color verde oliva.
3. Arte iperrealista e nostalgia del 2013.
4. Frasi tratte dagli ingredienti dei detersivi in polvere.
5. Frasi a caso prese dal cartone del succo di frutta.
6. Foto di gomiti.
7. Ragazze della Basilicata.
8. Coltelli o cucchiai d'argento (il servizio buono).
9. Asessualità.
10. Polvere di cancellino.
11. Lussazioni e panoramiche dentali.
12.La forma a righe che le sedie di paglia lasciano sulle gambe.
13. Video brevi di ragazze che portano la mano dell'uomo sulla maniglia della lavastoviglie.
14. Uso\abuso dei termini "cornuto" e "chitemmorto".
15. Donna che batte i tappeti e felice di farlo.
16. Inno al Vivin C.
17. Centesimi di rame e marche di salumi da discount.
18. Gioia di vivere.

Forse, un giorno lo farò... stay tuned

sabato 14 novembre 2015

Cantanti che... boh!

La carriere per i "figli di" è sempre difficile, soprattutto se si decide di seguire le orme paterne, o in questo caso materne.
Naike Rivelli, figlia della famosa attrice Ornella Muti, ha intrapreso lo stesso cammino della mamma, ha infatti frequentato la Scuola Internazionale di Teatro e ha recitato in circa 20 pellicole, tra film per il cinema e serie televisive.
Recentemente è nota per essere stata fotografata con il figlio di Albano Carrisi, Yari, mentre faceva sesso tantrico con lui completamente nuda en plein air, ovvero sotto gli occhi di tutti ai piedi di un ulivo.
Non so se sia peggio avere rapporti sessuali per terra e rischiare di contrarre infezioni veneree, o farlo faccia a faccia con il figlio di Albano... credo la seconda. 
Oltre a tutte queste belle cose, Naike Rivelli ha tentato anche la carriera musicale con lo pseudonimo di Nayked, una fusione del suo nome con la parola inglese "naked" ovvero "nudo".
Il risultato è la canzone "Defaillance".
Come facilmente intuibile dal titolo, il testo racconta di un uomo che, durante un incontro galante con la Rivelli, ha un piccolo problema di disfunzione erettile. Mi sono permessa di tradurne alcuni stralci.

"Lalalalala non riesci a farlo alzare, lalalala non diventa duro, lalalalala faresti meglio a lasciar perdere  [...] Tutti ballano ma tu non riesci a farmi eccitare. Ci hai provato tutta la notte, ma proprio non riesci ad accendermi, addio mio gigolo."

In seguito continua la derisione del povero malcapitato per la sua defaillance.

"Io ti voglio, so che mi vuoi, è il momento di festeggiare, ci siamo solo noi, ho l'olio, tutte le candele sono accese , ma il tuo "ragazzo" è flaccido! Baby io voglio giocare, hai per caso bisogno di un viagra o cosa? Ahahaha!"

Infine il tutto viene risolto somministrando al giovane del Viagra, facendolo rilassare, praticando sesso tantrico, cercando di fare il possibile per non far terminare la serata con un nulla di fatto. Morale della favola, Naike riesce grazie all'aiuto di ritrovati medici e del suo savoir faire, a far funzionare il ragazzo, che finalmente arriva ad una conclusione, seppur perseguitato dalla parola "defaillance" che viene continuamente ripetuta.
...Credo che non si rivedranno più.

Bene, ora non resta che guardarci il video cliccando sul link, buona visione.

mercoledì 4 novembre 2015

MONACI MEDIEVALI - LA PRIMA LINGUA DEI SEGNI

Quanto ho amato, e amo ancora, questo libro? "La vita quotidiana dei religiosi nel medioevo" di L. Moulin.
Senza fare troppi giri di parole, vi rimando ad alcune delle parti del libro che hanno maggiormente attirato la mi attenzione, nel 2007, quando firmavo le copertine interne con nome e anno (aggiungendoci anche il motto di Jan Van Eyck).
...dentro ci ho trovato un segnalibro dei Tokio Hotel, ma questa è un'altra storia.

"...Le raccolte delle consuetudini impongono il silenzio più completo in chiesa, in refettorio, nel dormitorio e nel chiostro [...] la vita comunitaria esige in ogni caso qualche scambio di parole: per non mancare l'obbligo del silenzio, si ricorrerà o alla tavoletta ricoperta di cera che i religiosi portano alla cintura, o alle dita delle mani."

Spesso si ricorreva all'uso di gesti che variavano di ordine in ordine, e spesso anche tra un'abbazia e un'altra. I gesti indicavano parole di uso comune e necessarie a comunicazioni di servizio. Il vocabolario comprendeva i nomi di alcuni alimenti (purtroppo ci è giunto poco: mignolo sul pollice significava mostarda ad esempio), sentimenti, luoghi e persone (per indicare il bambino ci si portava il mignolo alla bocca, per indicare un confratello ci si toccava l'abito, per indicare un maniscalco ci si tiravano due ciocche di capelli a mo' di briglie ecc.). I segni venivano inoltre combinati fra loro per dare vita a espressioni più complesse.
Questo linguaggio che nacque come semplice modo per comunicare informazioni urgenti senza violare la regola del silenzio, si andò via via ampliando e perfezionando, di modo che in refettorio avvenivano vere e proprie conversazioni a gesti. Il tutto era paragonabile all'attuale linguaggio dei segni.
Stando alle testimonianze di alcuni visitatori, qualche volta pareva scappassero anche parolacce...



mercoledì 28 ottobre 2015

Un amore, una proiezione mentale, una scarpa senza buchi...

Mi sono infiltrata in alcuni gruppi chiusi per raccogliere testimonianze di incontri ravvicinati di vario tipo con entità aliene, sogni lucidi, viaggi astrali ecc.

Tra le tante cose che ho trovato, vi propongo la storia d'amore tra un uomo del nostro tempo e una donna-scimmia molto disinibita proveniente da una dimensione parallela, raccontata da un utente.

Prima parte

Seconda parte

Terza e ultima parte